da admin | Ott 5, 2011 | Studio Dentistico Dott. Sozzi, Tutti gli articoli, uncategorized
Le richieste dei pazienti, sempre più mirate a risultati estetici elevati, e la necessità del raggiungimento di una completa integrazione dei manufatti protesici nel cavo orale hanno spinto la ricerca, in campo odontoiatrico, verso l’ottenimento di materiali che possano garantire oltre a risultati predicibili anche risultati estetici precisi. Le tradizionali corone in metallo-ceramica rappresentano ancora il punto di riferimento per le riabilitazioni di siti parzialmente edentuli, con una predicibilità prognostica considerevole a medio-lungo termine, ma negli ultimi anni i clinici hanno potuto apprezzare nuovi materiali in grado di affiancare alla predicibilità del risultato un’estetica decisamente migliorata.
Oggi quindi manufatti protesici eseguiti in zirconio, possono essere delle valide alternative alle tradizionali corone metallo ceramica quando le necessità setetiche lo impongono.
da admin | Set 28, 2011 | Tutti gli articoli, uncategorized
Un’attenta revisione della letteratura suggerisce l’esistenza di un legame tra malattia parodontale e disturbi cardiovascolari che si esprimerebbe attraverso due differenti meccanismi. Il meccanismo diretto consiste nell’ipotesi della traslocazione di batteri patogeni parodontali dai tessuti orali al torrente circolatorio (batteriemia) e da qui a siti distanti in corso di terapia causale o dopo semplice sondaggio parodontale.
A supportare tale ipotesi ci sono la capacità mostrata da P. gingivalis di invadere in colture cellulari la parete endoteliale ed il reperimento di patogeni parodontali nelle placche ateromasiche in preparati ottenuti da endoarterectomia carotidea .
Il meccanismo indiretto fa invece riferimento alla produzione locale di mediatori dell’infiammazione in grado di raggiungere il sistema circolatorio e causare danni vascolari a distanza. Il rilascio di Interleuchine e tumor necrosis factor-a da parte di monociti e cellule endoteliali, dunque, evocherebbe la secrezione epatica di proteine della fase acuta, proteina C reattiva e fibrinogeno, aptoglobina, a-1, antitripsina che possiedono la capacità di favorire la deposizione di lipoproteine a bassa densità e colesterolo lungo le pareti vascolari arteriose, l’aggregazione piastrinica e l’attivazione della cascata della coagulazione con conseguente aumento del rischio trombo genetico.
Tale ipotesi assume maggiore forza se si considera in accordo con l’evidenza scientifica che pone in relazione altre patologie infiammatorie quali LES (Lupus Eritematoso Sistemico) ed artrite reumatoide con un crescente rischio cardiovascolare.
Questo effetto indiretto della malattia parodontale è supportato dall’associazione rinvenuta in diversi studi clinici ed epidemiologici tra tale malattia con elevati livelli plasmatici di proteina C reattiva ed altri biomarkers infiammatori. Studi di coorte e caso-controllo hanno inoltre mostrato un’associazione con la disfunzione endoteliale (la disfunzione endoteliale può influenzare il lento processo di aterogenesi ed in presenza di flogosi acuta può scatenare un evento cardiovascolare acuto), aterosclerosi ed aumento del rischio di malattia del miocardio ed infarto.
da admin | Set 21, 2011 | Tutti gli articoli, uncategorized
Cucinare dolci senza nemmeno un granello di zucchero è possibile: sono dessert “anticarie” che, oltre allo smalto, giovano anche alla salute in generale. “Il nostro palato è abituato a un sapore dolce che è di fatto eccessivo, ossia ad alimenti come torte, snack e merende dolcificati con troppo zucchero, che li rende addirittura stucchevoli per chi decide di abituarsi a un sapore dolce che sia più moderato e naturale” racconta durante le sue lezioni Giovanni Allegro, chef specializzato in cucina naturale.
E spiega anche che questa assuefazione alla dolcezza eccessiva non è “irreversibile”: così come chi elimina lo zucchero dal caffè successivamente non riesce più a bere caffè zuccherato, chiunque può fare la stessa esperienza con i dolciumi, scoprendo che anche apprezzare appieno alimenti più sani è una questione di abitudine: è sufficiente che chi li gusta si abitui a gradire un sapore dolce più moderato, e chi li prepara si impegni a utilizzare gli alimenti che la natura ha reso dolci come per esempio il cocco, le pere, i fichi, molta altra frutta sia fresca sia secca e sostanze derivate dai cereali come il malto di riso o d’orzo.
Uno degli obiettivi dei dolci naturali è quello di limitare il consumo eccessivo di zucchero, sia raffinato (bianco) sia grezzo, che caratterizza l’alimentazione di adulti e bambini nei paesi industrializzati: oltre allo sviluppo di carie, disturbo che ogni odontoiatra conosce molto bene, il consumo eccessivo di zucchero è uno degli elementi che contribuiscono a causare condizioni pericolose per la salute come sovrappeso e obesità, diffuse oggi molto più che in passato. Lo stesso sovrappeso, che potrebbe sembrare l’elemento più “innocuo”, è in realtà un fattore per il quale è solidamente dimostrata l’associazione a un maggior rischio di cancro: le persone con chili in eccesso, infatti, si ammalano maggiormente di tumori della mammella, dell’endometrio, del rene, dell’esofago, dell’intestino, del pancreas e della cistifellea.
E allora perché non provare a preparare dolci naturali, senza zucchero raffinato o grezzo, e ridurre il rischio di sviluppare lesioni cariose e le patologie legate al sovrappeso? Provate a seguire le ricette o a farle conoscere ai vostri pazienti, e constatate se il vostro palato gradisce ciò che i vostri denti, e il vostro organismo, sicuramente apprezzeranno.
LA RICETTA
DESSERT AL COCCO
Ingredienti
• 150 grammi di cocco grattugiato
• 1 litro di latte di soia
• 200 grammi di biscotti secchi integrali senza zucchero (es. gallette di riso)
• 5 cucchiai di malto di grano* (vedi box)
• 1 cucchiaino di vaniglia in polvere
• 3 cucchiai di agar-agar* in fiocchi (vedi box)
• 2 ½ cucchiai di kuzu* (vedi box)
• un pizzico di sale marino integrale*
• cacao in polvere q.b.
Come fare
In una pentola unite il latte di soia, il cocco grattugiato, il sale, la vaniglia e l’agar-agar. Portate a ebollizione, abbassate la fiamma e cuocete finché l’agar-agar non sia completamente sciolta, quindi aggiungete il malto di grano. Sciogliete il kuzu in un po’ di acqua fredda, unitelo agli altri ingredienti e mescolando fate raddensare il composto. Con i biscotti foderate il fondo di uno stampo quadrato: questa sarà la base morbida ma consistente del dessert; sui biscotti versate il budino di cocco distribuendolo in modo uniforme. Mettete la preparazione a raffreddare e, prima di servire, decorate la superficie con una spolverata di cacao.
MUFFINS AI FICHI
Ingredienti
• 250 grammi di farina tipo 2 (integrale) (vedi box)
• 250 grammi di fioretto di mais* (farina molto fine)
• 400 grammi di latte di soia
• 60 grammi di sciroppo d’acero (vedi box)
• 40 grammi di olio di mais
• 120 grammi di fichi a dadini
• 50 grammi di uvetta
• 40 grammi di granella di nocciole
• 1 bustina di lievito istantaneo
• un pizzico di sale marino integrale*
Come fare
Mescolate insieme i due tipi di farina (tipo 2 e di mais), il lievito e il sale. Aggiungete gli ingredienti liquidi (olio, sciroppo d’acero e latte di soia) e successivamente i fichi, l’uvetta, e la granella di nocciole, ossia i dolcificanti naturali di questa ricetta. La consistenza dell’impasto deve essere leggermente fluida.
Ungete con olio di mais le formine per muffins, versate il composto fino a riempirle per tre quarti della loro capienza, e infornate per 25 minuti a 180°C.
Lo sapevate che….
Malto di grano
Il malto viene ricavato facendo fermentare con particolari enzimi i cereali, il grano in questo caso. A seconda degli enzimi con cui avviene la fermentazione, sulle confezioni potete trovare la dicitura “sciroppo di grano” al posto di malto.
Il malto ha un grande potere dolcificante e ha il vantaggio di essere caratterizzato da un profilo nutrizionale eccellente, decisamente superiore a quello dello zucchero bianco. Nel malto sono presenti proteine, sali minerali, vitamine e tracce di grassi insaturi (i migliori), ossia i nutrienti che nello zucchero e nei dolcificanti artificiali viene eliminato.
I tipi di malto esistenti, derivati da diversi cereali, possono essere scelti sulla base del gusto e del potere dolcificante a seconda di ciò che richiede la preparazione: elencandoli dal più al meno dolce, sono in commercio il malto di mais, di grano, di riso, di kamut, di farro e d’orzo.
Agar-agar
È un’alga (Gelidium corneum) ricca di mucillagini e di alginato, sostanze che le conferiscono capacità di addensare gli ingredienti a cui viene aggiunta. È infatti utilizzata per fare gelatine e come addensante. Può essere acquistata in barre o in fiocchi; questo ultimi rendono più semplice il dosaggio. L’agar-agar ottenuta con lavorazione artigianale, a differenza di quella prodotta industrialmente, non è trattata con acido solforico e con procedimenti di sbiancatura inorganica e tintura. Fate dunque attenzione al negozio in cui la acquistate e a quanto riportato sulla confezione.
Kuzu
E’ una pianta (Pueraria lobata) da cui si ottiene un amido con elevate capacità addensanti. Il kuzu possiede spiccate proprietà alcalinizzanti, oltre ad avere un’azione curativa su tutto l’apparato intestinale. È utilizzato in cucina per addensare zuppe, verdure, dolci e budini.
Farina di grano tenero tipo 2
È farina integrale e deriva dalla macinazione dell’intero chicco di grano: contiene la massima quantità di crusca e risulta più ricca di fibre, di vitamine e di minerali rispetto alle farine raffinate.
Sciroppo d’acero
È un liquido dal sapore dolce ottenuto bollendo la linfa dell’acero da zucchero; è un buon sostituto dello zucchero e ha un alto contenuto di sali minerali.
Debora Bellinzani
da admin | Set 19, 2011 | Tutti gli articoli, uncategorized
Il Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali ha siglato un accordo con due associazioni di categoria dei dentisti liberi professionisti, l’ANDI (Associazione nazionale Dentisti italiani) e OCI (Odontoiatri Cattolici Italiani), per offrire ai cittadini socialmente deboli cure e ausili protesici a prezzi calmierati.
Il progetto sperimentale consentirà a questi cittadini di ottenere le prestazioni odontoiatriche contemplate nell’accordo direttamente dai dentisti privati sgravando così l’offerta pubblica ed in alcune Regioni sopperendo alle carenze in tema di cure odontoiatriche.
Grazie a questo accordo i cittadini che hanno necessità urgenti di assistenza odontoiatrica potranno ottenere in tempi brevi cure e protesi.
Per maggiori informazioni è possibile contattare il numero verde gratuito 800.911.202
da admin | Set 19, 2011 | uncategorized
I consigli dei dentisti ANDI sugli sbiancanti: attenzione al fai da te con prodotti comprati all’estero
L’ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) apprezza l’invito della associazione Altroconsumo a prestare attenzione all’utilizzo degli sbiancati domiciliari giudicati poco efficaci ma soprattutto al fai da te utilizzando prodotto acquistati su Internet all’estero che potrebbero seriamente compromettere la propria salute orale.
Lo sbiancamento dentale è quella procedura in grado di riportare il colore dei propri denti a quello originario. Per uno sbiancamento efficace bisogna rivolgersi al proprio dentista.
Nicotina, teina, farmaci, alimenti sono i nemici principali della discromia (l’alterazione del colore dei denti naturali) dentale facendo perdere al sorriso colore e brillantezza di un tempo.
Per questo i trattamenti sbiancanti sono sempre più richiesti; trattamenti che per avere effetto e non creare problemi a denti e gengive devono essere prescritti da dentisti.
“Lo sbiancamento –spiega il presidente ANDI Ganfranco Prada- è un atto medico e come tale è indispensabile una preliminare valutazione da parte del dentista della natura del difetto di colore del dente naturale oggetto del trattamento sbiancante e della propria situazione clinica. Non tutti i difetti di colore dei denti naturali possono essere infatti risolti tramite lo sbiancamento, spesso essendo le discromie dentali dovute a difetti strutturali dello smalto dentale conseguenti a prolungata assunzione di farmaci in età infantile, a traumi dentali nonchè ad ulteriori cause eziologiche non possono essere risolti. Bisogna poi sempre valutare lo stato di salute delle gengive, dei denti per valutarne la situazione in termini di livello di posizione e per accertarsi se esistano condizioni infiammatorie. La presenza di tartaro richiede una seduta di igiene orale prima del trattamento sbiancante”.
I prodotti per lo sbiancamento dentale professionale sono a base di perossido di idrogeno ad elevata concentrazione e non hanno alcuna azione diretta sulla componente minerale dello smalto dentale: il loro meccanismo d’azione è legato alla modifica del legame chimico presente nelle sostanze che sono responsabili della discromia del dente. L’azione del perossido ad alta concentrazione modifica riorientando la riflessione della luce da parte dello smalto dentale ospite di quelle sostanze. Questo effetto è comunque temporaneo e, pertanto, il trattamento sbiancante va ripetuto con regolarità nei tempi previsti dall’odontoiatra in media ogni 18-24 mesi.
Gli sbiancamenti per automedicazione venduti in farmacia o dalla grande distribuzione non sono in grado di ottenere effetti comparabili a quelli per uso professionale nè in termini di risultato nè di durata, risultano efficaci per mantenere più a lungo l’azione dello sbiancamento professionale. Da evitare i prodotti acquistabili su Internet, prevalentemente su siti americani, in quanto contengono percentuali di perossido di idrogeno di molto superiori a quelle consentite dalla legislazione europea; utilizzandoli si rischia lesioni permanenti alle proprie gengive.
Non è possibile effettuare il trattamento sbiancanti a:
Pazienti con una igiene orale trascurata.
Pazienti con gengive infiammate o con gravi problemi parodontali.
Pazienti con elementi dentali fratturati o con otturazioni compromesse.
Donne in stato di gravidanza.
Pazienti sottoposti a particolari terapie farmacologiche.
Bambini.