Qual è il collegamento tra lo stress e la parodontite?

Qual è il collegamento tra lo stress e la parodontite?

stress
La malattia parodontale è una malattia batterica infiammatoria multifattoriale. Nella parodontite necrotica, lo stress è stato a lungo riconosciuto come uno dei principali fattori di rischio. I soldati di Alessandro Magno soffrivano già di questa patologia, che in seguito colpì i soldati nella prima guerra mondiale, quando era conosciuta come “malattia di trincea”. Gli stadi di attività sono stati descritti nello sviluppo della malattia parodontale. Lo stress è considerato un fattore aggravante a causa di due fenomeni: lo stress genera un cambiamento di comportamento da un lato e una riduzione delle difese immunitarie dall’altro. Molti studi, alcuni molto vecchi, hanno dimostrato che i pazienti con depressione hanno la tendenza a mangiare male, a prendersi meno cura di se stessi e ad aumentare il consumo di tabacco, alcool e farmaci. Sappiamo che la malattia parodontale si stabilizza se i pazienti effettuano quotidianamente una pulizia meticolosa dei denti e degli spazi interdentali. La motivazione interna è ridotta nei pazienti depressi e quindi la negligenza dell’igiene dentale aumenta la quantità di biofilm e ne modifica la composizione. Le carenze nutrizionali sono anche responsabili della diminuzione dell’immunità. L’uso del tabacco è un fattore di rischio riconosciuto per la malattia parodontale. L’accumulo di tutti questi cambiamenti comportamentali aumenta il rischio di sviluppare una parodontite o recidiva.

 

 

La dottoressa Michèle Reners, ex presidente di EuroPerio e presidente della Società belga di implantologia orale Michèle Reners, spiega la meccanica dello stress patologico come fattore aggravante della malattia parodontale

I batteri della malattia parodontale sembrano essere l’origine dell’Alzheimer

I batteri della malattia parodontale sembrano essere l’origine dell’Alzheimer

Louisville, KY, USA: un nuovo studio ha dimostrato che il batterio Porphyromonas gingivalis, comunemente associato alla problematiche parodontali croniche, produce proteine tossiche chiamate gingipain che hanno un impatto negativo sulla malattia di Alzheimer.

batteri

 

L’articolo spiega in dettaglio in che modo i ricercatori hanno identificato il batterio “Gingivalis Porphyromonas” nel cervello di pazienti con malattia di Alzheimer. Il Dott. Jan Potempa, professore e ricercatore nel Dipartimento di Immunologia orale e Malattie infettive dell’Università di Louisville, fa parte di un team di scienziati internazionali guidati dall’azienda farmaceutica Cortexyme, che sviluppava agenti terapeutici per invertire il corso del morbo di Alzheimer e di altri disturbi degenerativi.

Secondo il Dott. Potempa, sebbene gli agenti infettivi abbiano già avuto un impatto sullo sviluppo e sulla progressione dell’Alzheimer, le prove relative al nesso causale non erano state convincenti. «Ora abbiamo prove evidenti che collegano la patogenesi “P. gingivalis” con l’Alzheimer, ma sono necessarie ulteriori ricerche prima che P. gingivali

s sia esplicitamente coinvolto nella causa o morbilità della malattia» ha spiegato il dott. Potempa. «Un aspetto ancora più notevole di questo studio è il potenziale di una classe di terapie molecolari che prendono di mira i principali fattori di virulenza per alterare la sviluppo dell’Alzheimer, che sembra essere associato epidemiologicamente e clinicamente alla parodontite».

Gli autori di questo studio hanno anche notato che nei topi la gingipain ha portato ad un aumento della proteina beta-amiloide nel cervello. Ne

lle persone con malattia di Alzheimer, questa proteina si accumula nella placca tra le cellule cerebrali e impedisce loro di comunicare correttamente.

Nel tentativo di bloccare la neurotossicità indotta dal  P. gingivalis, l’azienda Cortexyme ha sviluppato una serie di terapie basate da piccole molecole specificatamente indirizzate verso la gingipain. Nel corso degli esperimenti preclinici, i ricercatori hanno dimostrato che l’inibizione del composto COR388 porta a una ridotta carica batterica dell’infezione cerebrale stabilita dal batterio P. gingivalis e bloccando la produzione di Aβ42, si riducono le neuroinfiammazione e si protegge i neuroni nell’ippocampo.

Nell’ottobre 2018, Cortexyme ha annunciato i risultati della prima fase della sperimentazione clinica sul COR388 in occasione dell’undicesima Conferenza sull’Alzheimer’s Disease Clinical Trials. Il COR388 ha mostrato tendenze positive in diversi test cognitivi in pazienti con l’Alzheimer e nei piani della Cortexymus c’è la volontà di lanciare una seconda e terza fase di studi clinici nel 2019.

Lo studio intitolato «Porphyromonas gingivalis in Alzheimer’s disease brains: Evidence for disease causation and treatment with small-molecule inhibitors» è stato pubblicato nel numero di gennaio della rivista Science Advance.

 

 

 

 

 

La salute orale delle future mamme

La salute orale delle future mamme

La maggior parte delle donne in gravidanza soffre di problemi di salute orale, ma il 43% di esse non esegue controlli dal dentista.

 A rilevarlo è un sondaggio ” Health Smiles For Mom And Baby” che ha studiato le condizioni di salute orali nelle gestanti americane.

I cambiamenti ormonali durante la gravidanza tendono peggiorare le condizioni di salute orale come le gengiviti e la malattia parodontale.

L’indagine mette in evidenza lo stretto legame tra salute orale e benessere generale, prima, durante e dopo la gravidanza. Le infezioni in questo periodo, comprese carie e malattia parodontale, possono incidere sulla salute del bambino.

Oral care in pregnancy

 

Quali problemi sono risolvibili con l’ortodonzia?

Quali problemi sono risolvibili con l’ortodonzia?

 

Ecco alcuni dei problemi di allineamento che possono essere trattati.

Affollamento dentale: lo spazio disponibile nell’arcata non è sufficiente per alloggiare tutti i denti in modo adeguato.

 

 

 

Denti con spaziatura eccessiva: l’arcata dispone di spazio in eccesso.

 

 

 

Morso crociato: le arcate superiore e inferiore sono disallineate. Generalmente, uno o più denti superiori mordono nella parte interna dei denti inferiori e questo può verificarsi nella parte anteriore e/o sui lati.

 

 

Morso profondo: i denti superiori si sovrappongono in modo significativo sui denti inferiori.

 

 

 

Morso inverso: i denti inferiori sporgono oltre i denti anteriori, generalmente a causa del sottosviluppo dell’arcata superiore o del sovrasviluppo dell’arcata inferiore, o di entrambe le situazioni.