Igiene orale, impiego del fluoro, controlli periodici dal dentista, pulizia professionale “personalizzata” almeno una volta all’anno, ma anche giusta alimentazione, in particolare più attenzione al consumo di zuccheri: grazie a queste semplici misure di prevenzione, a partire dagli anni ’80 la prevalenza della carie si è drasticamente ridotta nei paesi occidentali. Il livello della “salute orale” è migliorato, ma si può fare di più, aumentando la confidenza degli italiani con il dentista, spesso contattato solo per le emergenze.

 

Malgrado i passi in avanti, la carie è infatti ancora oggi tra le patologie più diffuse nella popolazione mondiale e nei bambini è addirittura l’infezione cronica orale più comune: in Italia quelli con almeno un dente cariato sono il 21,6% a 4 anni e il 43% a 12 anni.

La carie rappresenta il risultato dell’azione combinata di diversi elementi, dalla virulenza della flora microbica presente normalmente del cavo orale (di cui fanno parte, tra i più attivi, lo Streptococco Mutans ed i Lattobacilli), l’intrinseca resistenza dello smalto, variabile da persona a persona e non migliorabile, fino al grado di allineamento o disallineamento dei denti e, naturalmente soprattutto alla mancanza di un’igiene domiciliare corretta e sufficiente.

 

Il cibo ha però un ruolo fondamentale nella salute orale: un’alimentazione scorretta, anche da bambini, può indurre carie e rendere l’organismo più suscettibile a patologie gengivali, che possono portare alla perdita dei denti. “La dieta corretta può invece aiutare la salute dei denti e permettere un risparmio medio di circa 800 euro l’anno a famiglia di spese dentistiche”- sostiene il dottor Daniele Benedetti Forastieri, medico odontoiatra di Senigallia.- “Latte e derivati sono utili, per esempio, per il loro contenuto di calcio, con l’accortezza di lavare i denti per eliminare il lattosio, mentre le verdure in foglia, sia fresche che cotte al vapore, stimolano la salivazione e ‘lavano’ il cavo orale, e la frutta croccante e ricca di fibre, in particolare i frutti di bosco, come i mirtilli, contengono sostanze antibatteriche capaci di ridurre i depositi di placca dell’80% (purché assunti senza zucchero). Sedano e carote sono uno snack ‘spezza fame’ adatto alla stagione calda, che eliminano la placca, mentre rapanelli, pomodori, crescione e ciliegie contengono fluoro”.

 

Anche le  proteine sono importanti: la carne magra,  come il pollame, il pesce o i  legumi,  contengono ferro e magnesio, utili alla salute di denti e gengive, mentre per ciò che riguardacarboidrati è meglio prediligere quelli integrali,  che favoriscono una masticazione prolungata rispetto ai prodotti raffinati: pane e pasta bianchi, prodotti da forni industriali, aumentano invece i depositi di placca e la formazione di tartaro. Un bicchiere di vino rosso a pasto ha i suoi vantaggi, garantiti dai polifenoli, che  contribuiscono a inibire la capacità dei batteri di aderire alla superficie dentale.

 

“Quanto ai cibi da evitare, perchè cariogeni o in grado di intaccare lo smalto o macchiarlo, – continua l’esperto- bisogna fare attenzione agli alimenti con un livello di acidità (Ph) elevato, capace di indebolire questo delicato strato protettivo: spremute di agrumi e succhi di frutta sono ricchi di vitamine, tra cui la C che protegge le gengive,  ma l’acido citrico ha una azione abrasiva sullo smalto, per cui è opportuno risciacquare la bocca subito dopo. Le bibite gassate e gli energy drinks sono un vero attentato, perchè hanno una azione corrosiva sullo smalto e ancor di più sulla dentina ( quella parte di dente più gialla, visibile quando le gengive si sono retratte, esponendo la radice del dente ), così come va fatta attenzione  all’aceto,  anch’esso acido,  e alla birra che, secondo alcuni studi  triplicherebbe i danni alla dentina”.

 

La cariogenicità di un alimento dipende molto anche dalle caratteristiche di “adesività”, maggiore per gli alimenti che restano a lungo aderenti ai denti, come caramelle morbide, fichi secchi, barrette dolci, cibi grassi poco solubili in acqua, cioccolata cremosa e dura , dalla frequenza e dai tempi di assunzione. “Consiglio sempre di limitare il consumo di snack dolci e salati, caramelle e dolciumi in genere” – prosegue Benedetti Forastieri- “ma anche patatine, tartine e semi oleosi serviti con l’aperitivo, che lasciano residui altamente adesivi, il cui effetto dannoso viene moltiplicato dall’alcol. L’aperitivo, rito ormai consolidato e consumato dal 51% degli italiani dai 21 ai 24 anni (dati istat 2011) , sarebbe quindi un vero killer per la salute del cavo orale.”

 

Per quanto riguarda gli alimenti che macchiano, va fatta attenzione a tutti i cibi fortemente colorati e a coloranti, come il caffè e il tè, la cioccolata (da bere, in crema e dura ), il vino rosso, le ciliegie, le fragole, le amarene, gli spinaci lessi, i carciofi, l’aceto balsamico, la liquirizia. Ma non è tutto: carenze a tavola di magnesio, zinco, ferro, manganese, selenio e vitamine C ed E possono contribuire in parte ai meccanismi di insorgenza delle gengiviti, primo step della malattia parodontale, la maggior causa di perdita dei denti.