da Dott. Marco Sozzi | Lug 16, 2012 | Tutti gli articoli, uncategorized
Secondo alcuni ricercatori statunitensi la conoscenza approfondita della malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) può aiutare l’odontoiatra a essere più convincente nell’invitare il paziente a curare questo disturbo. I risultati del loro studio sono stati pubblicati recentemente da JADA.
I ricercatori hanno coinvolto 12 pazienti con MRGE e sei persone sane e hanno analizzato le loro impronte dentali nel corso di sei mesi utilizzando scansioni digitali tridimensionali in grado di valutare le minime variazioni nello spessore dello smalto.
I risultati dello studio
“Abbiamo rilevato che l’erosione dentale nei pazienti con MRGE può progredire fino a un’ampiezza di decine di micron in soli sei mesi, che l’erosione dovuta a reflusso coinvolge anche le superfici occlusali, e che l’entità raddoppia nei punti di contatto tra denti superiori e inferiori” scrivono i ricercatori. Il reflusso gastroesofageo, infatti, indebolisce lo strato superficiale dello smalto; considerando che tutti i pazienti con MRGE tenevano il disturbo sotto controllo attraverso farmaci da banco o prescritti da uno specialista, si può supporre che l’entità del danno può essere superiore nei pazienti che non sanno ancora di soffrire di MRGE o non curano la patologia. Più precisamente, l’entità dell’erosione nei pazienti con MRGE è stata tra 0,02 e 0,06 mm, con punte di 0,10 mm in alcune superfici dentali.
“La malattia da reflusso gastroesofageo è una condizione comune e ha una prevalenza tra il 10 e il 20% nella popolazione dei Paesi industrializzati” riporta lo studio.
Quantitative analysis of tooth surface loss associated with gastroesophageal reflux disease: A longitudinal clinical study
J Am Dent Assoc 2012;143(3):278-85.
da Dott. Marco Sozzi | Lug 13, 2012 | Tutti gli articoli, uncategorized
La popolazione anziana cresce più velocemente di tutte le altre e la cura degli anziani è un tema sempre più al centro della discussione. Tanto che si inizia a sentir parlare di “odontoiatria della terza età” o di “odontoiatria geriatrica”.
Durante le visite l’odontoiatra dedica la propria attenzione in particolare all’evoluzione delle condizioni di salute del paziente, a tutti i farmaci che assume e alle loro possibili interazioni, allo stato della mucosa orale, allo stato delle protesi dentarie se presenti, allo stato di igiene del cavo orale e dei denti naturali. Con particolare attenzione alla forte associazione che esiste tra malattia parodontale e diabete; la perdita di elementi dentari e la malnutrizione. È inoltre fortemente raccomandato sottoporre il paziente anziano a controlli e follow-up regolari, possibilmente ogni sei mesi.
I principali problemi del cavo orale riscontrati nella popolazione anziana sono la mancanza di numerosi denti natural, un’alta percentuale di protesi dentarie inadeguate che comportano la formazione frequente di ulcere, candidosi, stomatiti, difficoltà nella masticazione e, talvolta, i relativi problemi di digestione; sono spesso riscontrati inoltre una scarsa igiene orale e di conseguenza un cattivo stato di salute delle gengive e dei tessuti parodontali, carie radicolare, xerostomia principalmente dovuta all’assunzione di diversi tipi di farmaci e alitosi, e un accresciuto rischio di sviluppare lesioni precancerose e cancro orale.
Infine, questo compromesso stato di salute è frequentemente associato a malattie sistemiche croniche come il diabete di tipo 2, la polmonite da aspirazione e, più in generale, una peggiorata qualità della vita.
Riferimenti bibliografici
1. Organizzazione Mondiale della Sanità. “Oral health in ageing societies. Integration of oral health and general health”. WHO, Ginevra (Svizzera), 2006.
2. Ettinger RL. “The development of geriatric dental education programs in Canada: an update”. J Can Dent Assoc 2010;76:a1
da Dott. Marco Sozzi | Apr 4, 2012 | Tutti gli articoli, uncategorized
Nessuna tregua contro le sigarette, anche se i fumatori sembrano insensibili a ogni richiamo. Due gli sudi recentiche chiamano in causa il vizio del fumo. Da una parte viene sottolineato una sorta di meccanismo autoimmune che espone i fumatori ai danni del cavo orale, dall’altra viene sottolineato che chi fuma tende a evitare di farsi visitare dal dentista. In uno studio pubblicato sulla rivista a Infection and Immunity un team di ricerca dell‘Università dell’Ohio spiega che oltre a favorire la degenerazione delle cellule della mucosa orale, il fumo sconvolge l’ecosistema locale, determinando un vero e proprio caos nel quale le difese dell’organismo stentano a riconoscere i batteri ad azione positiva dai germi che esercitano invece un’azione patogena. Si determina così una sorta di reazione autoimmune in cui le citochine infiammatorie attivano la flogosi gengivale invece di risultare protettive. Come spiega Purnima Kumar, docente di parodontologia alla Ohio State University, il confronto tra 15 fumatori e 15 non fumatori, tutti sottoposti auna seduta di igiene orale professionale e a prelievi dal biofilm orale dopo uno, due,quattro e sette giorni,evidenzia che in chi fuma la normale flora batterica composta da germi ad azione positiva è assente, mentre i patogeni sono di nuovo presenti dopo sole 24 ore, accompagnati da alte concentrazioni di citochine. Ma, nonostante vadano incontro a problemi odontoiatrici più significativie frequenti, i fumatori trascurano il dentista. Secondo una ricercastatunitense condotta dai Centers for Disease Control sui questionari compilati da 16 mila adulti di età compresatra i 18 e i 64 anni, nonostante i fumatori presentino più del doppio dei problemi odontoiatrici di chi non fuma, il 20 per cento non è mai stato dal dentista negli ultimi cinque anni (contro il 10 percento di chi non ha maifumato o di chi ha smesso)
da Dott. Marco Sozzi | Mar 21, 2012 | Tutti gli articoli, uncategorized
Il legame tra queste due patologie è sostenuto da una serie di variabili ed eventi metabolici che ricorrono durante il loro decorso. Nel soggetto obeso, per una serie di motivi, si creano delle condizioni predisponenti all’esordio della malattia parodontale e ad un suo decorso più celere e destruente. Si crea una condizione per cui gli stessi batteri parodontopatogeni che colonizzano il cavo orale di un soggetto normopeso, riescono ad evocare una reazione da parte dell’ospite obeso più destruente.
Il sistema immunitario ed infiammatorio del soggetto malato reagisce in modo così violento che, invece di proteggere i tessuti, li danneggia rapidamente. Questo accade come conseguenza delle alterazioni patologiche proprie dell’obesità.
da Dott. Marco Sozzi | Feb 8, 2012 | Tutti gli articoli, uncategorized
Persino negli Stati Uniti, patria indiscussa del libero mercato, leinserzioni on line delle prestazioni odontoiatriche low cost fanno discutere. In molti stati, come sottolinea l’American Dental Association, potrebbero infatti far sorgere problemi etici e legali. L’Ada fa infatti notare che, a differenza di altre professioni e ambiti merceologici, in campo odontoiatrico esistono precise leggi e regole etiche da rispettare, sia su base locale che federale. A questo proposito l’associazione dei dentisti americani ha allestito un memorandum curato dai propri esperti legali che illustra i rischi etico-legali cui si espone chi utilizza questo strumento per promuovere prestazioni scontate o gratuite. Negli States, infatti, molte leggi locali vietano o regolamentano in modo molto restrittivo le prestazioni gratuite, configurando un modo illegale per attirare i pazienti. In molti stati è anche vietato per il dentista dividere il proprio onorario con terzi (ed è quanto avviene per esempio nei contratti con Groupon). A livello federale, inoltre, è vietato pagare una terza parte perchè indirizzi al dentista pazienti che rientrano nei servizi di odontoiatria pubblica offerti da Medicare o Medicaid. Ricordando le regole etiche dell’American Dental Association, il memorandum sottolinea anche che chi infrange le regolamentazioni statali va incontro a censure, multe o alla sospensione dall’attività, mentre chi infrange le leggi federali può rischiare addirittura l’arresto.