Da febbraio addio al contante sopra i mille euro
Cari e vecchi contanti, addio, o quasi. Nel 2012 lo diranno molti professionisti (odontoiatri compresi), dopo l’entrata in vigore delle norme approvate dal governo Monti (il Dl n. 201 del del 6 dicembre scorso), che, per combattere il riciclaggio e l’evasione fiscale, vietano tutti i pagamenti con moneta liquida di importo superiore ai 1.000 euro. Qualsiasi parcella che supera questa soglia dovrà infatti essere versata dai clienti (o dai pazienti, nel caso delle prestazioni mediche) attraverso mezzi di pagamento tracciabili come gli assegni, la carta di credito o il bancomat. Per gli studi odontoiatrici, saranno dunque interessate dalle nuove regole soprattutto le prestazioni più costose, come gli interventi di implantologia, e non certamente le cure più comuni come le otturazioni o le operazioni di pulizia dei denti. E’ bene però non prendere troppo alla leggera questo nuovo regime sull’uso del contante perché, in caso di trasgressioni, sono previste delle “multe” abbastanza salate che partono da un minimo di 3mila euro.Prima di analizzare nel dettaglio il sistema delle sanzioni, però, è bene tenere a mente un avvertenza tutt’altro che trascurabile. Il tetto massimo di 1.000 euro, stabilito dalla legge, può riguardare anche l’importo di più fatture, se riferite a una medesima prestazione erogata da un professionista. Non sarà dunque possibile tentare di aggirare le norme frazionando un incasso di 1.000 euro, ad esempio “spezzettandolo” in due pagamenti diversi, del valore di 500 euro ciascuno.Chi trasgredisce le norme (anche con qualche “trucchetto” come quello appena descritto), è soggetto a delle sanzioni abbastanza severe che scatteranno però soltanto dal 1° febbraio 2012, come ha ribadito di recente una circolare del Ministero dell’Economia.
E’ prevista invece una moratoria per la violazione delle regole avvenute nel periodo che va dal 6 dicembre scorso (data di entrata in vigore della legge) fino al 31 gennaio . L’importo delle ammende comminate a chi sgarra parte sempre da un minimo di 3mila euro e può essere compreso tra l’1 e il 40% della somma trasferita irregolarmente. Se quest’ultima non supera i 250mila euro, però, si ha la possibilità di pagare una sanzione ridotta del 2% (con un meccanismo che viene chiamato dell’oblazione).Non va dimenticato, inoltre, che il decreto approvato il 6 dicembre scorso dal governo introduce nuove regole anche per la compilazione degli assegni e per la detenzione dei libretti di deposito al portatore. In particolare, gli assegni di importo superiore a 1.000 dovranno sempre includere la clausola di non trasferibilità, con l’indicazione del nome e della eventuale ragione sociale del beneficiario.Le banche potranno rilasciare degli assegni in forma libera soltanto su richiesta scritta del cliente e soltanto per importi fino a 999 euro. Questa soglia è prevista anche come saldo massimo dei libretti di deposito al portatore. Di conseguenza, tutte le giacenze sui libretti che raggiungono e oltrepassano i 1.000 euro, devono essere ridotte dai titolari, per non incorrere nelle sanzioni previste dalla legge.