L’igiene dei nostri riuniti

L’igiene dei nostri riuniti

 

Per Stern Weber l’igiene non è né casuale né limitata ad alcuni aspetti, ma costantemente presente e di ampia copertura perché nasce da una progettazione mirata alla sicurezza di medico, assistente e paziente. Dalle fasi di progettazione iniziale fino alle considerazioni che tengono conto delle prassi quotidiane adoperate per garantire l’igiene nello studio, Stern Weber ha creato sistemi e dispositivi che vi offrono sicurezza costante. Dalle soluzioni progettuali ai numerosi dispositivi che racchiudono un sistema di igiene completo e avanzato.

  • W.H.E. – Water Hygienisation Equipment(EN 1717 – certificato DVGW)
  • Sistema BIOSTER di fine lavoro
  • I.W.F.C. (Integrated Water Flushing Cycle)
  • Automatic Chip Air
  • SANASPRAY
  • Sistema automatico di lavaggio e disinfezione del sistema di aspirazione
  • Filtro Dürr
  • Perossido di idrogeno H2O2


    http://www.sternweber.com/site/page.wplus?ID_COUNT=concetti_igene&LN=1

Nuove prospettive nella ricerca biomedica: cellule staminali di derivazione orale

Nuove prospettive nella ricerca biomedica: cellule staminali di derivazione orale

Recentemente sono stati pubblicati i risultati delle Unità di Ricerca ammesse al cofinanziamento da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

lo studio di cellule staminali provenienti da polpa dentaria e dai tessuti di derivazione dentaria in generale, rappresenta una prospettiva interessante per le nuove frontiere della ricerca biomedica.
In passato problemi erano sorti in merito alle implicazioni bioetiche relative alla coltura di cellule staminali, in quanto il veto del Comitato Nazionale di Bioetica è posto per le cellule staminali derivanti da tessuti appartenenti alla vita prenatale (embrioni e feti).
Per poter ovviare a questo “limite” i gruppi di ricerca si sono concentrati nel mettere a punto un protocollo relativo l’allestimento di cellule staminali derivanti dalla polpa dentaria, che è invece un tessuto che si sviluppa nell’epoca post-natale, quindi senza alcuna implicazione etica.
Per ciò che concerne la polpa dentaria presente nella dentizione decidua o nei follicoli dentari, in letteratura scientifica è noto che le colture cellulari ottenute da tali tessuti abbiano caratteristiche quantitativamente superiori alle medesime colture eseguite da prelievi di midollo osseo, tecnica più  invasiva (prelievo per aspirazione dalla cresta iliaca) e spesso poco tollerata dal paziente.
La dentizione decidua, dal suo canto, è un materiale facilmente reperibile in quanto tutti i bambini del pianeta la perdono nel transito con la dentizione permanente.
Il limite maggiore di questa ricerca incentrata sulle cellule staminali, a oggi è rappresentato essenzialmente dal loro isolamento, poiché tendono a scomparire dalla polpa dentaria superato il trentesimo anno di età, e dal loro mantenimento in laboratorio nello stadio indifferenziato; infatti, le cellule staminali non possono essere coltivate a lungo poiché dopo alcune divisioni cellulari tendono a perdere le caratteristiche di pluripotenzialità.
In alcuni casi le cellule staminali prelevate da organismi adulti possono contenere anomalie del DNA dovute a invecchiamento e accumulo di mutazioni.
I risultati attesi dalla presente ricerca potranno contribuire in modo significativo allo sviluppo di biotecnologie capaci di rendere possibile un sempre maggiore utilizzo terapeutico delle cellule staminali provenienti da una fonte facilmente accessibile, come quella rappresentata dagli elementi dentali.
In conclusione vi è una grande potenzialità per il loro utilizzo terapeutico una volta estratte dal singolo dente, in quanto se ben “indirizzate” (per esempio stimolandole in tal senso attraverso i regolatori di formazione dell’osso) potrebbero essere utilizzate per la rigenerazione ossea, parodontale o addirittura la genesi de novo di elementi dentari, creando possibilità reali in un futuro forse non troppo distante.Responsabile scientifico Nazionale Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (Prin) 2009: prof. Felice Roberto Grassi.
Componenti Gruppo di Ricerca: Andrea Ballini, Giorgio Mori, Maria Grano, Silvia Colucci, Mariasevera Di Comite, Mina Brunetti, Angela Oranger, Claudia Carbone, Stefania Cantore, Vito Crincoli, Francesco Papa, Biagio Rapone.

 

La pallanuoto: uno sport sicuro per i denti?

La pallanuoto: uno sport sicuro per i denti?

 

Non tutti gli sport mettono i denti a rischio allo stesso modo, e talvolta sembrano “nascondere” la loro pericolosità. È il caso della pallanuoto che, forse grazie all’acqua, fa dimenticare che braccia e teste sono spesso sopra la superficie e si possono scontrare in modo violento. L’International Dental Federation, che ha valutato gli sport in base al rischio di trauma dentale, non ha classificato la pallanuoto tra le attività più pericolose come hockey su ghiaccio, pattinaggio o football americano, ma l’ha pur sempre inserita tra gli sport di medio rischio.

“Quasi metà degli atleti intervistati (44,6%), che avevano un’età compresa tra 14 e 63 anni, ha dichiarato di avere assistito a un incidente di gioco con trauma dentale” ha descritto Silvan Hersberger del Centro di traumatologia dentale dell’Università di Basilea, in Svizzera. “Inoltre i giocatori che avevano personalmente subito un trauma dentale erano 87 (21%) e, tra questi, la maggior parte aveva riportato la frattura di un dente (16,4%) che risulta quindi il tipo di trauma più frequente. Possiamo supporre che la vicinanza fisica con gli avversari, la velocità di gioco e la combinazione di lanci e movimenti natatori delle braccia favoriscano incidenti con questo tipo di conseguenze.” La conferma che siano proprio le caratteristiche del gioco, veloce e di contatto, a creare le occasioni per il verificarsi di queste lesioni è il fatto che esse si verificano in uguale misura tra gli uomini e le donne, per le quali il ritmo del gioco e dei movimenti evidentemente non rallenta.


Come è noto una protezione efficace per i traumi dentali esiste ed è il paradenti, uno strumento che, però, anche nella pallanuoto non sembra essere molto apprezzato. “Solo 32 atleti, ossia il 7,7% degli intervistati, indossa un paradenti mentre gioca mentre la maggioranza del campione ha affermato di non utilizzare la protezione perché non la considera necessaria” spiega il ricercatore; “il fatto che i giocatori che utilizzano la protezione non sono concentrati nelle serie maggiori né in particolari fasce d’età dimostra che l’erronea convinzione dell’inutilità del paradenti è molto diffusa.”


Gli sport che hanno reso l’uso del paradenti obbligatorio
come la boxe, il rugby e il football sono riusciti a cambiare la mentalità degli atleti e a far loro superare l’idea che questa protezione ostacoli la respirazione, renda difficile la comunicazione e comprometta l’estetica del viso. “Secondo i nostri dati l’incidenza dei traumi dentali nella pallanuoto (21%) è piuttosto alta rispetto ad altri sport di medio rischio come la pallamano, lo squash e il basket, per i quali l’incidenza si attesta tra il 4,5% e il 16,6%; per questo motivo riteniamo che le informazioni sull’efficacia degli strumenti di protezione dovrebbero essere promosse e che il paradenti dovrebbe essere reso obbligatorio per i giocatori di pallanuoto di qualsiasi livello.”

Dental injuries in water polo, a survey of players in Switzerland
Dent Traumatol 2011 Nov 23. [Epub ahead of print]

 

COS’E’ IL TUMORE DEL CAVO ORALE

COS’E’ IL TUMORE DEL CAVO ORALE

Il tumore del cavo orale è una forma di cancro che, nella maggioranza dei casi, colpisce le cellule di rivestimento della bocca. In particolare, si sviluppa più frequentemente sulla lingua, la mucosa delle guance e sul pavimento della bocca.

In Italia rappresenta il 5% dei tumori nell’uomo e l’1% nella donna, ma la sua incidenza complessiva è in aumento, così come il tasso di mortalità. Ogni anno si registrano circa 8.000 nuovi casi e più di 3.000 sono i decessi. In altre parole, ogni tre ore, un italiano muore a causa di questa grave malattia.

L’elevato tasso di mortalità è dovuto al fatto che il tumore del cavo orale è troppo spesso scoperto in ritardo. Un’adeguata prevenzione e soprattutto una diagnosi precoce, possono fare tuttavia un’enorme differenza: quando il carcinoma è rilevato e curato nella sua fase iniziale, si ottiene infatti una guarigione completa.

La prevenzione e la diagnosi precoce sono dunque fondamentali perché garantiscono uno standard di sopravvivenza dell’80% e consentono interventi terapeutici mediamente poco invasivi.

L’OBESITÀ PREDISPONE ALLA PARODONTITE

L’OBESITÀ PREDISPONE ALLA PARODONTITE

Il legame tra queste due patologie è sostenuto da una serie di variabili ed eventi metabolici che ricorrono durante il loro decorso. Nel soggetto obeso, per una serie di motivi, si creano delle condizioni predisponenti all’esordio della malattia parodontale e ad un suo decorso più celere e destruente. Si crea una condizione per cui gli stessi batteri parodontopatogeni che colonizzano il cavo orale di un soggetto normopeso, riescono ad evocare una reazione da parte dell’ospite obeso più destruente.

Il sistema immunitario ed infiammatorio del soggetto malato reagisce in modo così violento che, invece di proteggere i tessuti, li danneggia rapidamente. Questo accade come conseguenza delle alterazioni patologiche proprie dell’obesità.